Allevare vuol dire passione – passione vuol dire conoscenza
La passione per l’allevamento del gatto nasce dal grande amore per questi animali e si esprime attraverso la volontà di voler migliorare il rapporto di convivenza fra essi e l’uomo adoperandosi in questo senso con il preciso intento di selezionare il carattere, la bellezza e, soprattutto la salute. Vuol dire promuoverne e incrementarne attivamente la conoscenza e il rispetto.
Allevare richiede molta costanza, e altrettanto sacrificio e, data la difficoltà nell’ottenere esemplari aderenti allo standard, occorrono anni di tentativi ed un’ottima conoscenza dei tratti genetici di ogni singolo riproduttore per riuscire a selezionare soggetti ad alto livello sia di colore che di tipo e, non ultimo, di carattere.
Tutti gli allevatori italiani devono, per definirsi tali, essere iscritti ad una federazione riconosciuta dallo Stato ed hanno l’obbligo di conoscere e rispettare la norme tecniche di allevamento e registrazione. L’allevamento del gatto, in Italia, come quello del cane e degli animali da reddito, è disciplinato in modo preciso da leggi e regolamenti a cui, chiunque allevi, deve scrupolosamente attenersi. Tutti i cuccioli nati in Italia devono essere registrati presso il Libro Genealogico, così come tutte le pratiche inerenti l’allevamento.
La forte dedizione a questo tipo di lavoro e la grande passione verso questo tipo di animali, devono essere al primo posto. La salute dei gatti e la loro cura dovranno essere condizione prioritaria per portare avanti questa attività.
La loro selezione dovrà essere scrupolosa ed è per questa ragione che, ogni allevatore che abbia a cuore il suo lavoro, non può esimersi dal frequentare le esposizioni. Il confronto fra soggetti della stessa razza è essenziale per la crescita professionale. Senza il confronto diretto non può esserci vera selezione.
L’expo è un punto d’incontro, uno scambio diretto di esperienze. Qui si mostra frutto del proprio lavoro e ci si mette in gioco. Si acquisiscono nozioni, si impara. E’ il metro, l’opportunità mista all’umiltà del farsi giudicare di fronte agli altri e con gli altri. E’ crollare e rialzarsi, è piangere e gioire, è l’unico mezzo per crescere e per raggiungere l’obiettivo più alto. L’allevatore tutto questo lo sa, perché ama i gatti in generale ed in particolare una razza, alla quale dedica amore, sacrificio e tempo, molto tempo. Si comincia quasi per gioco, si ottengono i primi cuccioli, carini sì, ma non perfetti dal punto di vista espositivo. Allora si cerca di ottenere di più,si studia la genetica ed in base alle conoscenze e all’esperienza fatta si cerca di migliorare le caratteristiche estetiche dei soggetti facendo estrema attenzione al patrimonio genetico dei riproduttori per non correre il rischio di selezionare in bellezza a scapito della salute fissando tare ereditarie e difetti caratteriali. Questo aspetto dell’allevare deve essere la base assoluta su cui costruire la successiva selezione estetica. Lo strumento essenziale di lavoro su cui basarsi è l’approfondita conoscenza delle varie linee di sangue e dei pregi e difetti che esse portano con sé. Lo studio approfondito della genetica e dei pedigree è fondamentale in questo senso, ma è di grande aiuto anche lo scambio di informazioni fra allevatori preparati ed esperti che frequentano corsi di aggiornamento e seminari promossi da associazioni riconosciute, sulla salute, la cura e l’allevamento felino.
Le difficoltà che si incontrano sono molte, tanto che a volte ci si chiede se vale veramente la pena di continuare, ma la passione, quella vera, ha sempre il sopravvento. Basta un cucciolo che sbuca da sotto la pancia della mamma e ci viene incontro con il codino alzato e l’espressione da bambino per far crollare ogni tentativo di difesa e di sana ragionevolezza e farci tornare in ginocchio, accanto ad una femmina che sta per partorire e che ci guarda come se fossimo la cosa più importante al mondo, l’unica cosa che conta per lei e che ci dà conferma di quanto il sentimento sia reciproco.
Ma la parte più bella e fondamentale dell’applicazione delle conoscenze acquisite è, per l’allevatore, il momento della riproduzione. La prima fase è l’accoppiamento che non va mai lasciato al caso, ma programmato in base alla valutazione attenta della genealogia dei futuri genitori in quanto, da un maschio e una femmina morfologicamente perfetti, non necessariamente nasceranno gattini altrettanto belli. Questo perché in allevamento il genotipo è importante quanto il fenotipo.
La seconda fase, cioè la gravidanza, deve essere seguita attentamente per quanto riguarda la dieta della gatta e le sue condizioni psico-fisiche. L’alimentazione deve essere ben bilanciata e la futura mamma deve vivere tranquilla in un ambiente sereno. La fase successiva, sicuramente la più emozionante, è il parto, che rappresenta il coronamento del lavoro svolto dall’allevatore il quale, in quel momento, può valutare se le sue scelte sono state giuste o sbagliate. Assistere una gatta durante questa fase è molto impegnativo e faticoso, ma nello stesso tempo, gratificante . Infatti, se fra uomo e animale c’è un buon rapporto, la gatta pretenderà la presenza continua e l’aiuto del suo amico umano. Se si allevano razze di tipo persiano necessario disporre di una incubatrice al momento del parto e saper intervenire, in caso di difficoltà, sapendo estrarre correttamente un cucciolo impegnato ed eventualmente saper effettuare manovre di rianimazione nell’attesa dell’intervento del veterinario. Spesso infatti i neonati di razza Persiana, a causa della conformazione del cranio molto largo che ne ostacola l’uscita lungo il canale del parto e della estrema brevità della canna nasale nascono asfittici e la madre, spossata, non è in grado di rianimarli. Le gatte sono, in genere, ottime madri, anche se, spesso, l’intervento e l’assistenza diretta dell’allevatore si dimostra essenziale durante le prime due settimane di vita dei cuccioli. Il controllo del ritmo di crescita ponderale e lo sviluppo motorio devono essere monitorati con scrupolosa attenzione. Al compimento della terza settimana inizia lo svezzamento dei gattini che deve essere molto graduale, a base di carne fresca e di alimenti omogeneizzati specifici di ottima qualità. Fino al compimento del terzo mese di vita, il cucciolo rimarrà in allevamento e sarà ceduto solo dopo aver completato l’intero ciclo vaccinale.
Un buon allevatore rimane in contatto con i nuovi proprietari anche dopo la cessione del gattino e offre il suo supporto, specialmente durante il delicato periodo della crescita. Non è raro che, da questi frequenti contatti, sfocino nuove amicizie. Quando questo succede si creano veri e propri legami in cui il gatto funziona da collante stimolando i rapporti sociali, portando le persone ad approfondire la sua conoscenza e ad avvicinarsi al mondo delle esposizioni.
E così la storia si ripete, nuovi aspiranti allevatori si affacciano all’universo felino , tutto si rinnova e ricomincia in una magica avventura senza fine che si perde, fra sogno e realtà, nei magnifici occhi di un gatto.
Gianna Bizzarri Venturi